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Slow land, viaggiare con lentezza. I cammini di Toscana

 

In Toscana il turismo gode di buona salute e cresce costantemente, tant’è che ha superato la quota dei 48 milioni di presenze. Nel 2018 si registra un +4,5% degli arrivi in strutture ufficiali e +3,8% delle presenze rispetto all’anno precedente.

Secondo una ricerca curata da Irpet, tra il 2009 e il 2018 il turismo ha creato in Toscana circa 22.300 posizioni lavorative in più. Nello stesso periodo il saldo tra le entrate valutarie dal turismo internazionale, al netto delle spese dei turisti toscani all’estero, è passato da 2 a 3,1 miliardi di euro (+55%).

La Toscana si è dimostrata inoltre molto brava ad approfittare del trend globale di crescita degli arrivi internazionali in tutto il mondo, aumentati nel 2018 del 6% rispetto al 2017, intercettando buona parte del +7% che ha riguardato l’Europa mediterranea grazie a due elementi chiave in cima alle preferenze: città d’arte e paesaggio collinare: a crescere di più è l’ambito del Valdarno Aretino (+16,4%); al secondo posto l’ambito “Terre di Valdelsa e dell’Etruria Volterrana” (+11,7%); seguono Val d’Orcia (+11,1%) e Val di Chiana aretina (+8,7%). In crescita anche la montagna (+1,8%) e gli ambiti costieri (a cominciare dalla Costa degli Etruschi, che negli ultimi dieci ha registrato il +12,2% di presenze).

 

 

L’aumento è spesso correlato alle nuove richieste, soprattutto da parte del turismo straniero che ricerca l’unione tra la bellezza e la lentezza. E in Toscana, si sa, le proposte non mancano.

La Francigena, da sola, non basta. E così si continua a puntare sul turismo slow dei cammini. Si stima infatti che siamo 100mila i visitatori che vengono a scoprire le bellezze del territorio toscano a piedi. Un trend che cresce del 10% anno dopo anno. Il più importante dei cammini storici, la via Francigena, solo nel 2018 ha ospitato oltre 50mila persone facendo registrare un +20% sul 2017.

 

Per assecondare questi bisogni – e per andare incontro ai territori, favorendo la loro promozione – è stato promosso anche un progetto pilota interregionale che coinvolge appunto i cammini che coinvolge non solo la Via Lauretana (che collega Siena a Loreto passando per la Valtiberina), ma anche la Via degli Dei (da Firenze a Bologna), i Cammini di Francesco, la via Matildica del Volto Santo (che da Mantova attraversa l’Appennino fino a Lucca) e la Via Clodia (da Roma arriva a Roselle).

Insomma, con “lentezza” si procede alla scoperta dei tesori della Toscana e dei luoghi meno conosciuti. Non è un caso che ogni anno la Regione Toscana promuova lo “Slow Travel Fest”, progetto organizzato con Toscana Promozione Turistica. Un circuito di festival outdoor in grado di valorizzare le risorse, i servizi, gli ostelli e gli operatori della Via Francigena Toscana. Quattro weekend per esplorare l’antica via grazie a un ricco programma di incontri, spettacoli, concerti ed escursioni nella natura. Con la Francigena come filo conduttore.

Camminare lentamente significa scoprire e conoscere spazi e persone, significa entrare in contatto con il territorio, col il patrimonio storico e paesaggistico, con il cibo e le tradizioni. E il successo del circuito dello “Slow Travel Fest” testimonia la capacità della Toscana nell’intercettare il trend in maggior espansione nel turismo internazionale.

Un nuovo bando regionale ha messo a disposizione nuove risorse per i “Cammini della Toscana”. L’obiettivo è di adeguare l’assetto delle infrastrutturale agli standard minimi di fruibilità e percorribilità.

Un progetto, quello di fruizione lenta del paesaggio regionale, previsto anche dal Piano di indirizzo territoriale con valenza di piano paesaggistico (Pit). “Il progetto della rete di fruizione regionale parte dal principio che l’accessibilità a tutto il territorio regionale costituisca un requisito indispensabile per l’esistenza stessa del paesaggio, la sua conservazione e continua evoluzione” si legge nella premessa dell’allegato al Pit. «In questo senso il sistema della mobilità dolce è riconosciuto come strumento di percorrenza privilegiato sia perché per sua natura non impatta sul territorio attraversato, sia perché la ridotta velocità di attraversamento consente una percezione del paesaggio che ne valorizza le componenti più minute, le diversità e identità che sfuggono ad uno sguardo più veloce o distante».

Il progetto, in coerenza con gli altri elaborati del Piano paesaggistico regionale, è finalizzato alla salvaguardia e alla promozione dei valori patrimoniali dei paesaggi regionali, ma anche alla costruzione di nuove visioni e interpretazioni da parte delle popolazioni locali e, più in generale, di tutti i fruitori.

In questo senso i principali obiettivi perseguiti sono: favorire la riconoscibilità dei paesaggi regionali spesso frammentati attraverso la connessione delle componenti di valore storico e ambientale ricostruendone delle visioni organiche indispensabili per la salvaguardia e valorizzazione delle invarianti paesaggistiche; favorire l’accesso diffuso a tutti i paesaggi regionali in modo da garantirne il diritto al godimento e permetterne una loro continua risemantizzazione da parte dei fruitori, per superare le visioni e descrizioni standardizzate che spesso imprigionano interi territori.

Sono sette le componenti del progetto della rete di fruizione dei paesaggi toscani: la rete ferroviaria, i percorsi pedociclabili, le strade lente, le ippovie, i percorsi trekking, le vie d’acqua e i  nodi di interscambio.