Focus

Lo stato del paesaggio in Toscana

Bilancio dopo 5 anni dal Pit. Crescono turismo e urbanizzazione mentre la conservazione del paesaggio continua a incidere positivamente sull’economia regionale

 

 

a cura del Prof. Mauro Agnoletti*

A cinque anni dalla sua realizzazione il Pit sembra aver superato la scommessa di regolare in forme sostenibili il rapporto fra conservazione e sviluppo. Riguardo ai fattori di degrado, sebbene nel passato l’abbandono abbia portato ad una notevole crescita di vegetazione arborea sui terreni abbandonati, pari a circa il 30% del territorio dal 1936 ad oggi, fra il 2005 e il 2016 la superficie abbandonata si è stabilizzata.

Riguardo al consumo del suolo, le aree urbanizzate sono cresciute in Toscana di 5 mila ettari fra il 2007 e il 2013, nonostante la crisi economica, ma fra il 2013 e il 2016 si sono fermate a solo un +717 ha. Questo avviene anche grazie al Pit che ha incoraggiato il riuso e la ristrutturazione del patrimonio esistente anziché le nuove espansioni urbane.

Il dato rilevato dagli 8 piani strutturali approvati con la l.r. 65 è significativo: sul totale complessivo di quanto previsto, circa il 45% riguarda interventi di rigenerazione o recupero di spazi urbani e patrimonio edilizio esistente.

Vi sono ben 218 Comuni in fase di rinnovamento urbanistico su 274, pari al 79,6 % del totale, mentre i Piani strutturali realizzati sono il 62,4% e i Piani operativi /Regolamenti Urbanistici il 45,3%. Gli adeguamenti resisi necessari dal Pit, hanno reso necessarie ben 271 sedute di conferenze paesaggistiche, confermando che l’attuazione del Piano, rappresenta un pesante impatto, soprattutto procedurale, per tutti i soggetti coinvolti.

La conservazione del paesaggio continua ad apportare un contributo importante all’economia regionale, registrato dal generale miglioramento del settore turistico, in particolare dell’agriturismo.

La continua crescita del turismo rurale e il legame forte tra paesaggio e tipicità, produce un indotto che genera un reddito integrativo per le aziende agricole pari al 14,8% del valore delle produzioni come indicato da Irpet.

Anche per questo l’agricoltura ha promosso un progetto ad indirizzo paesaggistico rivolto al recupero dei terrazzamenti. A fronte di 10 milioni stanziati sono state presentate richieste per 39 milioni, dimostrando che le imprese hanno compreso il vantaggio economico che deriva dal contributo dei terrazzamenti al paesaggio, preservando il suolo e l’equilibrio idrogeologico.

Per quanto riguarda le attività estrattive, in particolare le cave, allo stato attuale sono stati già approvati 12 piani corrispondenti a 64 cave, su un totale di circa 160 cave ed è in corso la Conferenza per esaminare i Piani di Carrara, che interessano ben 77 cave del distretto.

Complessivamente, dal punto di vista occupazionale, non si leggono effetti negativi successivi all’entrata in vigore del Piano paesaggistico a livello di attività estrattive. Sia i dati di Irpet, sia di Istat, segnalano inoltre una soddisfazione superiore alla media italiana dei cittadini rispetto alla qualità del paesaggio, confermando l’importanza del paesaggio per la qualità della vita.

*Presidente Osservatorio regionale del paesaggio – Regione Toscana